sabato 21 novembre 2015

Fondamentalismo religioso

I musulmani vengono spesso accusati di fondamentalismo religioso e di uccidere in nome di Allah. Io non condivido molto questa convinzione perchè l'Islam non ha mai fatto una guerra di di religione nel corso del nostro secolo e credo che dalla battaglia di Lepanto da loro perduta non si sono più mossi.
Sono invece fondamentalisti religiosi gli ebrei che hanno creato uno Stato
basato sui loro libri religiosi che non ammette a parità di condizioni la partecipazione di altre religioni o etnie. In Siria in Libia in Iraq erano presenti fiorenti comunità cristiane tutelate dallo Stato. In Iraq il Ministro degli Esteri Azis era cristiano copto ed in Siria una bellissima città cristiana di grande valore artistico e culturale è stata distrutta da mercenari al servizio dello Occidente.
Gli ebrei di Israele non concederanno mai un centimetro quadrato della Palestina tuttora abitata da sei milioni di palestinesi e quali non riconosceranno mai il diritto a crearsi uno Stato. Applicano principi ricavati dalla Bibbia nella creazione di colonie destinate a diventare le sole usufruttuarie della terra che occupano. Già il chiamare colonie le migliaia di edifici corazzati costruiti in Palestina prefigura l'insediamento definitivo di comunità ebraiche non in quanto cittadini che si mescolano con i palestinesi ma come subentranti nella fruizione dello spazio.
C'è una gravissima responsabilità della cultura occidentale controllata da neoconservatori aggressivi nel strombazzare la guerra di religione agitando lo spauracchio menzognero di un Islam desideroso di impossessarsi della Europa e di farne un immenso Califfato. Oriana Fallaci e il torvo Henry Lewy ed altri pennivendoli dei giornali più autorevoli della nazione euroatlantica hanno cercato di spaventare la gente ed hanno condotto verie e proprie campagne di odio criminalizzando particolari aspetto della cultura islamica riferiti in particolare alla donna. L'Occidente accetta che le comunità cinesi non si integrino ma è molto sensibile al mantenimento della identità delle comunità musulmane alle moschee ed alla loro attività sempre più soggette ad un vessatorio regime di controlli polizieschi. Ma la verità è che non solo non esiste nessun progetto islamico di conquista ma che è vero il contrario: dall'Afghanistan al Malì tutte le nazioni islamiche non allineate agli USA ed alla Nato come la Turchia e l'Arabia Saudita sono sottoposte da molti anni ad intensi bombardamenti ed a guerre che hanno comportato la morte di almeno sei milioni di persone e la dispersione nei campi profughi e nel mondo di altri milioni di esseri umani. Molti per scappare dall'inferno che abbiamo creato sono finiti affogati nel Mediterraneo.
Aggiungo che le potenze occidentali non hanno mai accettato il processo di decolonizzazione. In Algeria la Francia contrastò il movimento di indipendenza con efferatezze di ogni genere e la tortura generalizzata. Si decise a mollare soltanto quando De Gaulle decise di assumersi la responsabilità di chiudere la partita rischiando a sua volta di essere ucciso dai "piedi neri" Gli USA hanno incendiato le Torri Gemelle per accusarne l'islam e partire con un ciclo di guerre che dall'Afghanistan alla Siria hanno provocato morte lutti sofferenze.
Se non possiamo parlare di fondamentalismo religioso cristiano (anche se i neocon l'hanno messo alla base della loro dottrina di dominazione) non possiamo negare l'esistenza di un fondamentalismo politico ed economico per il quale non si accetta nessuna correzione "al nostro stile di vita". Il liberismo viene portato avanti con estrema intransigenza a cominciare dal travolgimento delle stesse masse lavoratrici.
C'è una rigidità dell'occidente nella difesa della sua dottrina politica che non accetta critica nè opzioni diverse. E' difficile immaginare un Keines o una svolta liberaldemocratica nelle relazioni internazionali. IL fondamentalismo è quello che fa dire ad un tronfio impettito Hollande "siamo in guerra". Il gruppo dirigente della borghesia mondiale non solo non si ferma a considerarele sofferenze che infligge ma va avanti per la sua strada. Usando la sua potenza militare

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